Fabrizio Bracconeri a Blogo: “Non sono più in tv per una scelta non mia, avevo proposto a Mediaset di rifare la Terza C”

Da lunedì 26 giugno su Tv 8 torna il programma pomeridiano (in onda alle ore 17.50) Vite da Copertina con lo spin-off Che fine hanno fatto?. Dal lunedì al venerdì verranno proposte puntate monografiche su personaggi o trasmissioni che, dopo un periodo di grandissimo successo, sono finiti nel dimenticatoio (o quasi): tra le puntate previste quelle su Bim Bim Bam, Non è la Rai, le signorine buonasera, le serie Fantozzi e pure I ragazzi della terza C. Interverranno anche alcuni protagonisti dei programmi trattati, fra cui l’attore e conduttore Fabrizio Bracconieri.

“Quelle serie televisive le ricordo con tanto affetto. Ho solo ricordi positivi, quelli negativi non esistono. Tant’è vero che lo scorso anno ho presentato a Mediaset un progetto per rifare la Terza C – Trent’anni dopo. Inizialmente sembrava esserci interesse, poi per non so quale motivo si è pensato di soprassedere. Forse perché le fiction di Mediaset non vanno troppo bene e non hanno voluto rischiare”.

Il sottotitolo della trasmissione è “Che fine hanno fatto”: che fine avevi fatto, dunque?

“Non sono più in televisione chiaramente per una scelta non mia. Da tre anni a questa parte mi sono trasferito a Trapani per stare accanto a mio figlio che ha bisogno di attenzioni e ho perso un po’ di rapporti. L’ultima esperienza importante è stata Forum: ho fatto quel programma per quindici anni con Rita e Marco, due persone adorabili. Un po’ manca il rapporto quotidiano con loro ed il pubblico. E’ pur vero che dopo quindici anni eravamo alla frutta. C’era forse bisogno di staccare un attimo per riprenderci, ricaricare le pile e ritrovare stimoli nuovi”.

Oggi lo vedi Forum?

“Non mi piace. E’ troppo inverosimile. Alcune storie sembrano inventate. Trovo Barbara Palombelli brava ma molto fredda e distaccata, non è come Rita che ci metteva anima e corpo nelle cause”.

Finito Forum avevi ancora due anni di contratto con Mediaset ma non sono stati sfruttati…

“Corretto. Ero in attesa di non so neanche io cosa. Sostanzialmente ero pagato per non lavorare. Non ci sono rimasto male: meglio stare a casa che fare qualcosa che non ti convince davvero. Il panorama televisivo non lascia troppo spazio a idee nuove”.

Non sono arrivate delle proposte in questi anni?

“Onestamente? No, non ci sono state proposte. Vivendo a Trapani mi sono isolato dal mondo dello spettacolo”.

Però dovevi fare l’inviato per Quinta Colonna, cosa è andato storto?

“Non so bene per quale motivo sono stato escluso dal programma. Ufficialmente mi hanno detto che non potevo essere coinvolto perché non sono un giornalista. Ma allora perché io no e Gene Gnocchi sì? Certe dinamiche non le ho mai capite”.

Sui social esponi in maniera forte le tue idee politiche. Non hai paura che ti si possano ritorcere contro sul piano lavorativo?

“Non ho questa paura. Un personaggio pubblico non dovrebbe essere giudicato per le sue idee politiche. Non me ne frega niente se Totti o Fossati votano a destra o a sinistra, per me restano dei grandi a prescindere. Così dovrebbe essere per tutti. Dovrebbe ma non lo è”.

Un reality lo faresti volentieri?

“Non so se lo farei volentieri ma lo farei, senz’altro a modo mio. Mi metterei alla prova perché mi piace il confronto con gli altri anche se faccio fatica a convivere. Ho visto l’ultima edizione de L’Isola dei Famosi: Raz Degan l’avrei preso a bastonate dopo tre giorni, non mi sono piaciuti alcuni suoi atteggiamenti”.

Cosa ti piace della tv di oggi?

“A me piace la televisione pulita, dove la gente può intervenire e parlare dei suoi problemi. Mi piace diMartedì quando non parla di politica ma di alimentazione. Mi piace Nino Frassica. Ma anche Ficarra e Picone, Antonio Albanese. Mi piace meno Checco Zalone…”.

E cosa non ti piace, dunque?

“Non mi piace la tv trash. Non mi piacciono le trasmissioni politiche che danno solo voce ai politici. Non posso guardare una tivù dove un certo Lemme viene riempito di parolacce per una dieta. Non riesco a vedere una trasmissione dove ci sono figli non riconosciuti che parlano male del padre morto”.

Un sogno?

“Mi piacerebbe fare un programma sullo stile di A Bocca Aperta di Funari. Prenderei venti persone di estrazione sociale diversa fra loro e le farei confrontare sui temi d’attualità: sarebbe interessante, no?”.