The Leftovers, la terza ed ultima stagione su Sky Atlantic: una storia che è “la fine del mondo”
Su Sky Atlantic la terza ed ultima stagione di The Leftovers. Mentre inizia a spargersi la voce che il mondo stia per finire, Kevin e Nora si ritrovano di fronte a nuove scelte da prendere che cambieranno le loro vite
Tra le serie più acclamate della Hbo degli ultimi anni c’è anche The Leftovers, la cui terza ed ultima stagione va in onda da questa sera alle 21:15 su Sky Atlantic. Un successo soprattutto di critica, per la serie tv scritta da Damon Lindelof e da Tom Perrotta (autore del libro da cui si ispira lo show), che ha faticato a trovare una vasta fetta di pubblico, e che anche per questo ha permesso al telefilm di intraprendere una strada più di nicchia e capace di reinventarsi senza fornire facili sviluppi alle sue storyline.
-Attenzione: spoiler-
La terza stagione, infatti, prende via quattro anni dopo la fine della seconda stagione, quando Miracle, la cittadina del Texas diventata famosa perchè durante l’“Improvvisa Dipartita” nessuno era scomparso, è stato colpito da un attentato che ha provocato numerosi feriti e vittime.
Ora, Miracle ha trovato una nuova routine: Kevin (Justin Theroux) ha ripreso a lavorare nella Polizia della cittadina, così come Nora (Carrie Coon) svolge il suo incarico al Dipartimento delle Improvvise Dipartite. Alcune cose, però, sono cambiate, in particolare per Laurie (Amy Brenneman), John (Kevin Carroll) e Michael (Jovan Adepo).
Il mondo, intanto, si prepara ad affrontare un importante ricorrenza: il settimo anniversario dall’Improvvisa Dipartita. Un avvenimento che, secondo alcuni, può significare l’inizio della fine del mondo. A credere in questa convinzione c’è anche Kevin Sr. (Scott Glenn), il padre del protagonista, ora rintanatosi in Australia, dove crede di aver trovato il modo per evitare l’Apocalisse.
In Texas, invece, Matt (Christopher Eccleston) segue un’altra convinzione, secondo cui le doti mostrate da Kevin durante la seconda stagione, quando riuscì a tornare in vita dopo aver visitato una dimensione extracorporea, sono indicative del fatto che proprio lui possa essere il Messia.
Vicende che sfiorano il sovrannaturale, e che sembrano avvicinarsi sempre di più all’origine da cui è partita la serie, ovvero la misteriosa scomparsa del 2% della popolazione mondiale, che spingeranno alcuni personaggi verso la possibilità di scoprire che fine abbiano fatto i Dipartiti, sconvolgendo nuovamente le loro convinzioni e le loro idee verso il futuro.
Il bello di The Leftovers è che riesce sempre a trattare argomenti alti, come la religione, la fede ed il mistero senza diventare eccessivamente esplicativa o didascalica, ma spostando piuttosto l’attenzione non sulla spiegazione di quanto accaduto ma sulle sue conseguenze sui protagonisti. Un viaggio psicologico che ha permesso a Kevin, Nora ed agli altri di maturare profondamente nel corso delle stagioni, e di arrivare, ora, ad una resa dei conti che lascerà il segno.
D’altra parte, lo show ha sempre cercato di seguire una strada che unisse poesia a surreale, e che raccontasse con accuratezza di dialoghi ed una colonna sonora studiata ad hoc un mondo cambiato, che ancora si lecca le ferite. Ambiziosa soprattutto dalla seconda stagione, The Leftovers si chiude non tradendo le proprie aspettative e non facendosi ingannare dal fascino di una bella spiegazione ad un mistero che, in fondo, è meno affascinante di quanto facciano i personaggi e di come sorprendano il pubblico.