Home In Onda Renzo Arbore a In Onda: “Tv al ribasso per inseguire la massa incolta”

Renzo Arbore a In Onda: “Tv al ribasso per inseguire la massa incolta”

L’artista è stato ospite di Parenzo e Telese con D’Agostino: “La Rete ha messo il pubblico al centro. E quello della tv non è troppo esigente”

pubblicato 14 Agosto 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 07:14

In che stato versa la televisione italiana? A coglierlo alla perfezione è sempre Renzo Arbore. Ospite a In Onda, l’artista – di ritorno su Rai2 a dicembre 2017 per la settimana-evento di Indietro tutta – ha così sentenziato:

“Il livello della tv si è abbassato per colpa di una certa televisione che è andata verso il gusto della maggioranza, accontentando una maggioranza che non sempre è attrezzata culturalmente. Se si va a sfrugugliare una moltitudine non esigente… negli anni Ottanta tutta la tv faceva delle cose importanti intelligenti. C’era la Rai3 di Guglielmi… e anche le altre televisioni avevano un’ambizione artistica soprattutto nell’intrattenimento. Per la verità l’informazione è andata avanti, è molto più vivace adesso ma riguarda un’élite”.

Poi ha svelato un gustoso aneddoto:

“Non so come oggi come avrebbero accettato l’arabo di Andy Luotto. Già allora successe qualche cosa di strano. Il vicedirettore generale della Rai di allora mi chiamò e mi disse: ‘Lei è intenzionato a far cessare le relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Giordania? Se non cambia l’arabo e non lo sostituisce purtroppo la Giordania è intenzionata a interrompere i rapporti con noi'”.

Immancabile la sua riflessione su come il web ha contribuito a cambiare il pubblico televisivo:

“Io sono social nel senso che razzolo moltissimo sulla Rete, navigo partendo soprattutto da Dagospia. La cosa che è cambiata rispetto a quegli anni è che il pubblico adesso vuole essere protagonista. Lo dimostrano tante trasmissioni televisive fatte soprattutto dal pubblico e i concerti, quando il pubblico è inquadrato e canta con l’artista. La Rete è servita soprattutto a questo. Negli anni Ottanta era un’élite che veniva guardata dal pubblico… adesso è il pubblico al centro”.

Un Arbore ancora vigile e sempre arguto.

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