Angelo Mellone a TvBlog: Vi racconto l’Ilva di Taranto con 3×8 Cambioturno su Rai1
Un doc speciale domani in seconda serata su Rai1 “dedicato al lavoratori che a Taranto hanno perso la vita per produrre acciaio italiano”
Un appuntamento davvero speciale quello che offre al proprio pubblico Rai1 domani in seconda serata alle ore 23:25 con 3×8 Cambioturno. Si tratta di un documentario di straordinario interesse storico e di incredibile attualità: girato nel giugno 2016, un anno prima della cessione al gruppo ArcelorMittal-Marcegaglia, è l’unico documento che racconta gli anni della gestione pubblica dello stabilimento siderurgico di Taranto dopo il sequestro del 2012 per disastro ambientale.
Abbiamo chiesto all’ideatore di questo progetto Angelo Mellone di raccontarcelo:
Domani 30 agosto alle 23.25 su Rai1 va in onda “3×8 Cambioturno”, il docufilm che abbiamo girato poco più di un anno fa dentro l’Ilva di Taranto. Non entravo in stabilimento dal 1986, dal giorno in cui i suoi lavoratori decisero di dare l’ultimo saluto a mio padre là dove lui e tanti della sua generazione avevano fatto l’impresa: sugli impianti.
Negli stessi impianti dove nel 1971 mio padre aveva conosciuto quella ragazza genovese che sarebbe diventata sua moglie, e mia madre. Una settimana dopo la fine delle riprese – era il giugno 2016 – se ne è andato nonno Felice, un leone dell’acciaio che aveva cominciato costruendo l’Italsider di Cornigliano. Mamma mia quante storie e quante vite. Le vite di chi ha dato e qualche volta perso la vita per fare l’acciaio italiano. Ho lottato quasi quattro anni per girare questo docufilm, che non ignora nemmeno uno dei problemi che il Siderurgico ha creato a Taranto ma che restituisce voce e dignità a chi ci lavora.
Abbiamo passato settimane con loro, ho scoperto che le nuove generazioni di operai sono completamente diverse da quelle delle storie di famiglia ma abbiamo trovato il racconto dell’ultima frontiera di un mestiere che sembra finito con il Novecento. E poi c’è Taranto, la mia adorata terrapatria. Al di là del suo valore storico e culturale, prendete quest’ora scarsa di docufilm come un atto d’amore. L’ennesimo. Guardatelo con la testa di un sociologo, gli occhi di un giornalista e il cuore di un innamorato. Questo è il docufilm. E ringrazio come fratelli i colleghi e gli amici che lo hanno reso possibile. Chi avrà da criticare lo faccia con uno sguardo onesto.
Angelo Mellone