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American Horror Story: Cult recensione del primo episodio in anteprima Blogo

I personaggi della settima stagione di American Horror Story: Cult

pubblicato 5 Settembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 06:49

Non riguarda Trump, non riguarda Clinton” così rassicurava i fan nelle scorse settimane Ryan Murphy in vista della partenza della settima stagione di American Horror Story, cui va aggiunta la parola Cult per questo nuovo capitolo, per fugare i dubbi che potesse trattarsi di un manifesto politico. L’appuntamento, per scoprirlo, è per il 5 settembre su FX negli USA con il primo degli 11 episodi previsti (in Italia dal 6 ottobre su Fox), ma dopo la visione in anteprima del primo episodio, le nebbie sulla stagione iniziano a diradarsi e confermano quanto anticipato.

“Riguarda la capacità di usare il proprio dito per capire dove tira il vento, per percepire quello che sta succedendo e usarlo per rafforzarsi e ottenere potere. E la capacità di usare le vulnerabilità delle persone legate alla loro rabbiaAmerican Horror Story: Cult non parla di politica, nel senso di dinamiche partitiche o governative, ma parla di politica nel senso più ampio e coinvolgente del termine. Incarna la rappresentazione di come la politica possa influenzare e condizionare la vita delle persone. La nottata elettorale, l’elezione di Trump vissuta in Michigan, uno degli Stati chiave per la vittoria di Trump in cui Clinton ha perso di soli 10 mila voti, sono il fattore scatenante delle reazioni contrastanti e opposte dei due personaggi chiave (almeno per la prima puntata) Ally e Kai interpretati da Sarah Paulson e Evan Peters.

Per Ally, sposata con figlio con Ivy (Alison Pill), vedere Trump presidente scatena una reazione rabbiosa e sconvolgente che ne riporta alla luce tutte le vecchie fobie dalla paura dei clown a quella per i buchi. La destabilizzazione personale che rappresenta quella di quel mondo liberale finora al centro dell’America obamiana, sconfitto dal ritorno dell’uomo forte, bianco, ricco. Per Kai, Trump rappresenta la liberazione dei propri istinti più profondi, aprendogli infinite possibilità di azione e di reazione. E proprio Kai, un personaggio inquietante per quanto risulti più reale rispetto alla stessa Ally fin troppo legata ad uno stereotipo televisivo contemporaneo positivo, pronuncia nel corso del primo episodio il discorso più politico di tutto l’episodio.

L’elemento politico scatena dinamiche da horror-thriller casalingo dei sobborghi ricchi americani, molto tradizionale, in cui l’ossessione reale si sovrappone con quella immaginaria rendendo difficile distinguere realtà e fantasia. Murphy e il suo team, almeno nel primo episodio di American Horror Story: Cult, sembra voler restare nel solco della scorsa stagione, di un orrore più vicino alla realtà e alla quotidianità piuttosto che estetico e mitologico come in alcune stagioni precedenti della saga e infatti non dovrebbe esserci alcun elemento soprannaturale in questa stagione. L’inserimento di Twisty il clown appare quindi più un richiamo per i fan che una necessità della storia (ma nel corso delle undici puntate questo potrei essere facilmente smentito) ed il suo inserimento è infatti legato ad un fumetto che lo vede come protagonista.

American Horror Story: Cult i personaggi

Archiviato il primo capitolo necessariamente legato a Trump e all’attualità, American Horror Story: Cult prenderà una direzione diversa e ci saranno diversi richiami a personalità che in un modo o nell’altro hanno dato vita a un “culto”. Lena Dunham, per esempio, sarà Valerie Solanas la donna che nel giugno del 1968 sparò a Andy Warhol, introdotta in una serie di flashback. Leader carismatici del passato che faranno da contraltare al Kai interpretato da Evan Peters e che serviranno per raccontare come queste figure hanno conquistato il potere.

Valerie Solanas, per esempio, creò uno scritto chiamato “SCUM Manifesto” in cui invitava le donne ad uccidere gli uomini per ottenere la parità. Il personaggio servirà quindi a raccontare la rabbia delle donne e come questa viene incanalata per ottenere e raggiungere il potere.

Emma Roberts sarà invece una giornalista, chiamata Serina Belinda che otterrà una promozione al posto del personaggio interpretato da Adina Porter semplicemente perchè è più superficiale e si abbassa a fare tutto ciò che serve per sopravvivere. Cheyenne Jackson è il dottor Rudy Vincent psichiatra di Ally che incontriamo fin dal primo episodio, così come di sfuggita vediamo il platinato detective Samuels interpretato da Colton Haynes e Winter, inquietante personaggio interpretato da Billie Lourd che serve da collegamento tra Kai e Ally.

L’appuntamento con American Horror Story: Cult è dal 5 settembre negli USA su FX e dal 6 ottobre in Italia su Fox