Stranger Things, il bar pop-up a Chicago e la lettera “nerd” di diffida da Netflix
Netflix ha chiesto con una singolare lettera ai proprietari di un pop-up bar di Chicago dedicato a Stranger Things di non posticipare la chiusura del locale, senza volere risarcimenti
Netflix, nei giorni scorsi, ha impartito a tutti una gran lezione di classe e di autoironia. Non c’entrano niente gli Emmy Awards, da cui la piattaforma streaming on demand è uscita con meno premi di quanto si sarebbe potuta aspettare, anche per Stranger Things, candidata come Miglior Drama.
In compenso, però, proprio Stranger Things ha guadagnato un… bar. A Chicago, infatti, per ingannare l’attesa della partenza della seconda stagione della serie tv (che debutterà il 27 ottobre), i proprietari del locale Emporium hanno realizzato un pop-up bar dedicato proprio allo show ambientato negli anni Ottanta.
Un pop-up bar significa che la sua apertura è limitata: inaugurato ad agosto, la chiusura dell’“UpsideDown” (ovviamente, non poteva che chiamarsi come il Sottosopra) è prevista per la fine di settembre. Un vero peccato perchè, a giudicare dalle foto pubblicate online dal Chicago Eater, è stato fatto un lavoro certosino: l’ingresso richiama la centrale elettrica di Hawkins, che nasconde gran parte dei misteri della serie, mentre l’interno è ricco di citazioni tratte dalla prima stagione.
C’è la mitica parete con l’alfabeto e le luci di Natale posizionate da Joyce (Winona Ryder) per poter comunicare con il figlio Will (Noah Schnapp); c’è un tavolo imbandito incollato al soffitto, all’ingresso c’è un enorme raffigurazione di Undici (Millie Bobby Brown), e sempre ad Undici è dedicato un drink, l’“Eleven’s Eggos” a base di sciroppo d’acero e guarnito con un waffle, così come uno è dedicato al Demogorgone.
Tutto molto bello, insomma, se non fosse che i proprietari del locale non hanno chiesto e quindi ottenuto da Netflix l’autorizzazione a riprodurre parte del set o ad utilizzare i nomi dei personaggi della serie. The UpsideDown, quindi, non è in regola, e Netflix avrebbe potuto farlo chiudere all’istante, chiedendo ai suoi ideatori anche una grossa cifra di risarcimento. Ma così non ha fatto.
Restando comunque fermo sul fatto che gli organizzatori non avrebbero potuto fare nulla di tutto ciò, Netflix ha inviato una lettera di diffida ai proprietari del locale. Ma nel farlo, il legale che si è occupato del caso si è divertito a usare lo stesso linguaggio della serie tv a cui si sono ispirati i due titolari. “Il mio walkie talkie si è rotto, quindi sono costretto a scrivervi”, inizia l’insolita lettera. “Ho sentito che avete aperto un pop-up bar a tema Stranger Things. Sentite, non voglio sembrare uno sfigato, ed adoro quanto adoriate la serie (aspettate di vedere la seconda stagione!). Ma a meno che non viva nel Sottosopra, non mi sembra che abbiamo raggiunto un accordo per aprire questo bar. Siete ovviamente dei tizi creativi, quindi sono sicuro che apprezzerete il fatto che sia importante per noi avere parola su come i fan possano interagire con il mondo che abbiamo costruito”.
“Non vogliamo fare come il Dr. Brenner (Matthew Modine, ndr), ma dobbiamo chiedervi per favore (1) di non estendere l’apertura del bar oltre le sei settimane previste e (2) di contattarci per avere il permesso di fare ancora una cosa simile”, si chiude la lettera. “Fatemi sapere il prima possibile se siete d’accordo. Adoriamo i nostri fan più di ogni altra cosa, ma dovete sapere che il Demogorgone non è sempre così clemente. Quindi non fateci chiamare vostra madre. Grazie”.
Come richiesto, quindi, il bar chiuderà dopo sei settimane (i due titolari volevano prolungarne l’apertura visto l’eco che ha suscitato), non saranno denunciati e Netflix si è comportato con classe e simpatia, ottenendo anche un po’ di pubblicità gratuita. Ora, però, il massimo che potrebbe fare sarebbe contattare nuovamente i due ideatori del bar e proporgli un franchising regolare: se ne potrebbe parlare, davanti ad un bicchiere di Eleven’s Eggos.