Young Sheldon, lo spin-off di The Big Bang Theory si gioca la “carta Sheldon” per non cadere nel già visto
Young Sheldon, spin-off di The Big Bang Theory sul giovane Sheldon Cooper, diverte grazie al protagonista, intorno a cui ruota una comedy familiare che può beneficiare di lui per essere differente dalle altre serie tv
Raramente uno spin-off di una serie tv riesce a mantenere lo stesso pubblico della serie madre: Young Sheldon, prequel di The Big Bang Theory andato in onda sulla Cbs lunedì scorso, c’è riuscito. Se la prima puntata dell’undicesima stagione della sit-com è stata vista da 17,6 milioni di telespettatori (4.1 rating nella fascia 18-49 anni), lo spin-off è stato seguito da 17,2 milioni di persone (3.8 rat.). Quasi tutto il pubblico di The Big Bang Theory, in altre parole, è rimasto a vedere il debutto del giovane Sheldon, interpretato da un divertente Iain Armitage.
Proprio lui è uno dei motivi del successo ottenuto dalla serie (che anche se subirà un inevitabile calo quando tornerà in onda dal 2 novembre, con la programmazione regolare, resterà su numeri alti), che si concentra sull’infanzia del giovane nerd protagonista di The Big Bang Theory.
Siamo nel 1989, ed il giovane Sheldon, 9 anni ed un quoziente intellettivo sopra la media, salta le scuole medie ed inizia a frequentare il liceo. La madre Mary (Zoe Perry), profondamente religiosa, cerca di assecondarne il carattere scettico e ligio alle regole, un carattere che però lo mette nei guai già il primo giorno di scuola.
Conoscendo meglio la famiglia di Sheldon, il padre George (Lance Barber), la sorella gemella Missy (Raegan Revord), il fratello maggiore George Jr. (Montana Jordan) e la nonna Meemaw (Annie Potts), si capisce meglio anche come abbia fatto Sheldon a diventare il genio che sopporta pazientemente il fatto di essere superiore agli altri e, per questo, incompreso.
Young Sheldon ha una comicità meno di pancia rispetto a The Big Bang Theory (anche se la scrittura riserva qualche battuta in stile Big Bang) e più familiare, orientata ad un pubblico più vasto per fascia e meno targetizzato. L’operazione sembra in parte ricordare The Goldbergs, anch’esso ambientato negli anni Ottanta e con protagonista un ragazzino il cui sogno di diventare regista lo allontana dai suoi coetanei, ma la Cbs, rispetto alla Abc, ha dalla sua la “carta Sheldon”. E’ lui il vero motivo per cui 17 milioni di persone hanno visto il pilot: è grazie al lavoro fatto sul personaggio di Jim Parsons, che dello spin-off è anche produttore, oltre che fare da voce narrante della serie, se Sheldon è diventato uno dei personaggi memorabili della tv americana dell’ultimo decennio.
La sua versione giovane, a giudicare dal pilot, promette di tenere alto il livello di manie e stranezze che ci hanno fatto adorare la versione adulta. La tenuta di Young Sheldon, poi, dipenderà da come il contorno familiare e scolastico sarà raccontato: la vera sfida sta nel diventare una comedy che non si regga troppo sul protagonista ma che riesca a coglierne l’ambiente che lo circonda senza cadere nel buonismo e nel prevedibile. E se la famiglia Coopera ha qualcosa in comune con il suo piccolo genio, stiamo al sicuro.