Kings of Crime: racconto asciutto ma potente, l’intervista di Saviano al boss fa dimenticare quella di Vespa
Roberto Saviano torna su Nove con Kings of Crime, il suo efficace racconto dei boss mafiosi.
Roberto Saviano torna su Nove, questa volta con una serie. Argomento: ovviamente la malavita organizzata.
E’ partito stasera su Nove “Kings of Crime“, il programma di Saviano sulle vite dei boss e sulla genesi delle loro organizzazioni criminali. Lo scrittore è indubbiamente “nel suo”, d’altronde quasi tutta la sua carriera da scrittore e giornalista è stata incentrata sul racconto e sulla denuncia del fenomeno delle associazioni criminali di stampo mafioso.
Il programma è diviso in due parti: la prima consiste in un monologo – nella forma di una lectio magistralis ad un’aula di studenti universitari – con cui Saviano tratteggia la biografia del boss, analizza la storia e l’evoluzione del clan, svela le dinamiche, le regole e i codici criminali avvalendosi anche del supporto delle carte processuali, delle cronache giornalistiche e di filmati delle Forze dell’ordine; nella seconda ‘Autoritratto di un boss’ il racconto si è trasformato, invece, nelle forme dell’intervista ad un boss oggi collaboratore di giustizia.
Una mescolanza di piani narrativi diversi che, però, non ha tolto nulla in termini di efficacia al racconto. Al monologo di Saviano siamo abituati grazie ai vari programmi in cui è stato chiamato a parlare di questi temi, può piacere o meno (i detrattori si dividono tra quelli che l’accusano di essere monotematico e quelli che giudicano lo stile di racconto pesante e liturgico), ma è innegabile la competenza e conoscenza sull’argomento e la capacità di spiegare argomenti non semplici con un linguaggio immediato ed accessibile.
Nell’intervista, Saviano ha dimostrato una gestione consapevole del confronto diversa da quella di Vespa quando ospitò il figlio del boss mafioso Totò Riina (lo stesso Saviano aveva criticato Vespa e sostenuto che il giornalista non avesse colto i messaggi in codice che il suo intervistato, a suo dire, stava lanciando): una narrazione asciutta, ma attenta a decodificare ogni possibile messaggio criptato e che si è avvalsa a tal fine dell’autorevole commento del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti che ad ogni blocco ha analizzato i vari aspetti della complessa fenomenologia del camorrista, prima di ascoltare poi direttamente le parole del boss. Un’intervista in cui lo scrittore di Gomorra ha ascoltato il suo interlocutore intervenendo il meno possibile dinanzi ad un racconto lucido, potente e drammaticamente crudo e reale. La “maieutica” di Saviano è ridotta all’essenzialità di poche ma decisive domande e precisazioni grazie a un taglio e una costruzione narrativa che ha scongiurato ogni possibile rischio di “mitizzazione del male”.
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21.15
Sta per iniziare la prima delle puntate di Kings of Crime, il racconto della vita dei boss di Roberto Saviano.
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21.25
Si parte con una breve introduzione sui luoghi: Secondigliano e Scampia “due quartieri passati dall’essere terra di nessuno a terra di camorra”.
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21.28
Saviano comincia col raccontare la biografia del boss Paolo Di Lauro (che ha ispirato il personaggio di Pietro Savastano in Gomorra). “Era un magliaro, un truffatore. Se hai fame da boss, di emergere, anche a costo di accettare di uccidere non resti a lungo uno che vende lenzuola rubate”.
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21.29
Saviano: “Di Lauro diventa protetto di ‘Aniello o’macellaio che asporta il cuore alle vittime, era davvero un macellaio”.
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21.32
Saviano spiega la genesi del clan e delle attività economiche dello stesso: “Cominciava negli anni ’80 lo spaccio della droga. Ma Lamonica non era d’accordo. “Ciruzzo o milionario” comincia a diffondere tra gli affiliati voci sul conto di Aniello. Quest’ultimo organizza un commando, ma Di Lauro si salva per un soffio”. Il boss cadrà per mano dello stesso Di Lauro.
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21.38
Saviano analizza poi l’ascesa del Boss e del clan che decide di puntare sullo spaccio di droga, in particolare di cocaina proveniente dal SudAmerica: “Mette in piedi una vera e propria impresa con finanziatori, organizzatori che tengono i rapporti con i pusher, i capipiazza cioè imprenditori, i pusher e infine le sentinelle, cioè i pali. Tutti ruoli ben pagati. In un territorio con Stato assente e disoccupazione, i suoi soldi sono la migliore garanzia per i suoi affari”.
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21.42
Saviano racconta dei cosiddetti “Visitors”, eroinomani che testavano come cavie il taglio di droga. Poi una delle regole del clan: “Chi faceva parte dell’organizzazione non poteva drogarsi. Per capire se gli affiliati si drogassero veniva messo loro davanti un piatto di pasta.
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21.50
La roccaforte del clan sono le Vele di Scampia: “Alveari di cemento con cunicoli stretti, ma vie simili ad autostrade. Vengono installati cancelli blindati nei corridoi e chi vi abita non ha le chiavi. Scampia il più grande supermercato della droga a cielo aperto”.
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22.00
Saviano: “I figli dei boss spesso diventano talloni d’Achille. Nel 1998 viene convocato dalla polizia per colpa di suo figlio 13enne che aveva fatto pestare un professore.
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22.02
Saviano parla poi della latitanza del boss e dell’eredità lasciata ai figli. Il racconto prosegue con il continuo rimando alle carte dei processi e a documenti ufficiali (oltre che alle cronache del periodo). Si arriva alla faida tra i Di Lauro e gli scissionisti “La media di un morto ogni 3 giorni, faida che non risparmia nessuno, nemmeno gli innocenti”.
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22.15
Il 16 settembre 2005 si verifica la cattura, in una casa a 1 km dalla sua villa. Saviano parla del suo arresto, dell’incontro in tribunale tra affiliati e scissionisti e dei segnali in codice scambiati tra gli arrestati.
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22.36
Saviano precisa – e lo fece anche in occasione dell’intervista di Vespa al figlio di Riina – che ogni intervista ad un boss può nascondere segnali in codice. Per questo ha chiesto l’intervento di Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia.
Le parole di un boss vanno sempre soppesate,analizzate,calibrate.Con me Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia @nove #KingsOfCrime
— Roberto Saviano (@robertosaviano) 4 ottobre 2017
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22.55
Il collaboratore di giustizia continua il suo racconto, ricordando molti episodi criminali di cui è stato protagonista in prima persona.
Le parole del boss non le posso twittare, non posso trascriverle qui.Si possono solo ascoltare, ma con orecchio vigile. @nove #KingsOfCrime
— Roberto Saviano (@robertosaviano) 4 ottobre 2017
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23.14
L’intervistato racconta il giorno del suo arresto inSpagna.
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23.18
“La camorra si ingrassa delle disuguaglianze sociali. Il camorrista è uno che offre servizi alternativi, protezione, stupefacenti, le tangenti sono imposte come tassa di protezione” spiega il Procuratore nazionale antimafia. Prestieri spiega a Saviano che “Il comandare è la droga più bella che esista”.
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23.30
“Siamo mostri” dichiara il collaboratore di giustizia che analizza questa sua nuova condizione tra scuse alle persone per i crimini commessi e “pentimento spirituale”.
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23.36
Puntata finita.
Debutta questa sera, mercoledì 4 ottobre 2017, Kings of Crime, serie (definita) factual incentrata sul racconto delle più grandi organizzazioni criminali del mondo firmata da Roberto Saviano che approda per la prima volta al racconto biografico. Camorra, ‘Ndrangheta e cartello messicano della droga sono i protagonisti di questa sere formata da quattro puntate in tutto, con tre biografie e una lunga intervista.
La serie mescola piani narrativi diversi e adotta diverse forme di racconto: si va dal monologo à la Saviano ai materiali d’archivio, documenti giornalistici e storie personali, unendo fiction a cronaca. Tutte le storie però sono vere, lette attraverso l’esperienza di Saviano, intenzionato a svelare regole e codici della malavita. In questo senso il pensiero corre all’interpretazione fatta dell’intervista da Vespa al figlio di Totò Riina, che Saviano ‘disambiguò’ (secondo la propria lettura) proprio in tv. L’obiettivo resta quello di analizzare e comprendere i fenomeni criminali, in modo da inquadrarli in un più ampio contesto sociale e civile.
Kings of Crime | Puntate
Il primo appuntamento con Kings of Crime, in onda stasera 4 ottobre, è doppio: alle 21 .15 si racconta la storia di Paolo Di Lauro – detto Ciruzzo ‘O Milionario – il boss napoletano alla cui vita Saviano si è ispirato per costruire il personaggio di Don Pietro Savastano di Gomorra. A seguire l’intervista al collaboratore di giustizia Maurizio Prestieri, per oltre vent’anni uomo di fiducia di Paolo Di Lauro: un racconto che alterna confessioni intime, resoconti di violenze agghiaccianti e rimpianti di una vita di lussi sfrenati, in un fluire di aneddoti che, nel loro insieme, disegnano una sorta di fenomenologia del boss mafioso.
Mercoledì 11 ottobre, invece, si racconta la storia di El Chapo, il narcotrafficante messicano che, più di ogni altro, incarna il potere contemporaneo del crimine organizzato; il 18 ottobre tocca ad Antonio Pelle, un re fantasma la cui biografia sembra ricalcare la storia della ‘Ndrangheta.
Il tutto è ambientato nell’Aula Magna dell’Università di Bologna, piena di studenti, in cui è stato registrato questo racconto live multiforme.
Kings of Crime | Come seguirlo in diretta e in live streaming
“Kings of Crime – Roberto Saviano racconta le vite dei Boss” va in onda per tre settimane su Nove. Per la prima puntata si va in simulcast su tutti i canali del gruppo Discovery. E’ un programma di Roberto Saviano e Federica Campana, scritto con Luca Monarca, prodotto prodotto da ZeroStories per Discovery Italia. Regia di Riccardo Struchil, grafica ed effetti di Diego Boffelli. Dopo il debutto su Nove, la serie sarà trasmessa in America Latina, Spagna, Portogallo, Francia e in Germania.
Kings of Crime | Second screen
Il programma non ha profili propri, ma si appoggia su quelli di Nove: si va dal sito ufficiale della rete all‘account Twitter, al profilo Instagram alla pagina Facebook. L’hashtag è #KingsOfCrime.