Aram Quartet: “Morgan voleva chiamarci Tsalento”
Anche Morgan si è rivelato poco lungimirante e gli Aram Quartet per una volta non gli hanno dato retta. Il giurato più eccentrico di X Factor era contrario all’azzeccato nome del gruppo, mutuato dalle quattro iniziali di ognuno, e voleva convertirlo in Tsalento, rischiando di condannarli a una regionalità limitante. A poche settimane dalla loro
Anche Morgan si è rivelato poco lungimirante e gli Aram Quartet per una volta non gli hanno dato retta. Il giurato più eccentrico di X Factor era contrario all’azzeccato nome del gruppo, mutuato dalle quattro iniziali di ognuno, e voleva convertirlo in Tsalento, rischiando di condannarli a una regionalità limitante. A poche settimane dalla loro premiazione, si porgono come antidivi per eccellenza su una rivista patinata come Vanity Fair:
“Sex symbol a chi? Le fan ci scrivono lettere d’amore e poesie, chiedono autografi sulla pelle, cercano di strapparti la camicia: tutto qui”.
I vincitori del talent show, a giudizio di qualcuno snob e poco vicini alle masse, in realtà non amano il chiacchiericcio mediatico che rischia di sminuire il primato artistico. Ad esempio, stigmatizzano spesso la tendenza a generalizzare della stampa, per cui tutti amano il calcio (Michele Cortese non è dello stesso avviso) e ognuno di loro odia le donne troppo truccate (è un parere del solo Michele). L’unico elemento che accomuna l’intero quartetto è la passione per la musica, che finalmente possono condividere con un sacco di estimatori.
All’indomani del trionfo, fanno le ore piccole a Milano, passando da una festa all’altra e alloggiando in un albergo per lavorare a stretto contatto con la Sony Bmg. La casa discografica, infatti, ha offerto loro il contratto di 300 mila euro, che prevede un’uscita di album di cover a luglio e poi la lavorazione all’album di inediti, da curare “con calma, una volta finita la favola” (su Soundsblog tutti i particolari).
Per quanto Morgan non sia il loro attuale produttore, gli Aram ritengono di dovergli molto, soprattutto per il “suo modo speciale di spiegare le canzoni”. Un esempio – a detta loro difficile a credersi – di grande umiltà, per la pazienza di lavorare con gli artisti nel cuore della notte, ma anche di stravaganza. Da quando giocano con i vestiti per non prendersi troppo sul serio, gli Aram ci hanno preso gusto e per qualcuno, vedi “il paninaro” Antonio Ancora, il travestitismo è diventato un modo per migliorare in stile.
Tutto il resto è la storia di quattro bravi ragazzi, senza grilli per la testa soprattutto in materia di bagordi. Pare che nel loft, finché ci sono stati i minorenni Fm, non girava una bottiglia di alcol. E anche dopo l’eliminazione degli sbarbatelli tutti hanno preferito la lotta di cuscini e la musica a palla alla sbronza d’ordinanza. In fondo chi beve solo acqua ha qualcosa da nascondere: la vera trasgressione.