Ballando con le Stelle, Fabio Canino a Blogo: “E’ uno show fatto per divertire. Joe Maska non è un escamotage. Albertazzi? Se mostrasse il cul0, gli batterei comunque le mani. Cronache Marziane è il mio figliolo mai cresciuto”
Il conduttore di Radio 2 e giudice di Ballando con le stelle ha rilasciato una lunga intervista a Blogo.
Fabio Canino è uno dei cinque giudici dell’edizione 2014 di Ballando con le Stelle, ruolo che ricopre dal 2007.
Blogo ha intervistato il conduttore (televisivo e radiofonico), attore e scrittore fiorentino, con cui abbiamo parlato a lungo degli aspetti più importanti di questa edizione del talent show vip dedicato al ballo, in onda su Rai 1 e condotto da Milly Carlucci, come i concorrenti in gara, l’Auditel, i messaggi sociali e il rapporto con gli altri giudici.
Fabio Canino ha risposto anche a domande riguardanti il suo passato televisivo, da Cronache Marziane fino al più recente Aggratis!, togliendosi molti sassolini dalla scarpa.
Di seguito, trovate la lunga intervista.
Tu sei giurato di Ballando con le Stelle dalla quarta edizione, dal 2007. Ci sono stati momenti di noia in questi anni o l’entusiasmo è ancora intatto?
L’entusiasmo è intatto nel senso che fortunatamente sono dieci puntate massimo all’anno. Se durasse un anno consecutivamente, l’entusiasmo passerebbe per qualunque cosa. Però Ballando con le Stelle viene una volta l’anno e, non so perché, effettivamente non me lo so spiegare, l’entusiasmo torna perché, comunque, è uno spettacolo fatto per divertire e noi siamo privilegiati perché, come dice uno spot della Rai, siamo in prima fila, in prima linea. Penso sia quello il motivo.
Con Tu si que vales, programma di Canale 5, si preannuncia una sfida alla pari. Tu come la vivi, questa rivalità televisiva? La senti o te ne importa poco?
No, non la sento perché non credo all’Auditel e te lo posso dire adesso perché Ballando sta vincendo di poco. Se Ballando stesse perdendo, sarebbe poco serio dirtelo. Io non credo molto ai dati Auditel, non c’ho mai creduto nel senso che dovrebbero aumentare, raddoppiare, se non triplicare, le persone che dovrebbero avere l’apparecchio per la rilevazione Auditel. Non credo a quello. Non credo ad una struttura che ha lo stesso direttore generale da quando è nata. Credo che si tratti di una cosa obsoleta che andrebbe rivisitata. Per cui, partendo dal fatto che non credo all’Auditel, la vivo molto più leggermente rispetto agli autori e a Milly che gestiscono questa cosa in prima fila. Però secondo me è una cosa che andrebbe riformata come tante cose in Italia.
Qual è il tuo rapporto con gli altri quattro giudici? Con quale giudice ti scontri di più e con quale, invece, vai più d’accordo?
In realtà, andiamo d’accordo tutti, non te lo dico per essere democristiano. Diciamo che con Ivan Zazzaroni, essendo molto diversi, c’è in gioco lo sfottò continuo che ci diverte molto. Anche Ivan è una persona molto ironica e ci piace molto questo.
Riguardo questa edizione di Ballando con le Stelle, chi è il ballerino che potrebbe avere ampi margini di crescita e chi è invece il concorrente più negato?
E’ un po’ presto per vedere il più negato perché il più negato lo vedi intorno alla terza o alla quarta puntata. Se tu vedi che un concorrente continua a fare gli stessi errori, si può cominciare a vedere il più negato. I più bravi, invece, già si sono visti. Secondo me, Andrew Howe è molto bravo. Due che possono crescere molto, invece, sono Giulio Berruti e Valerio Aspromonte. Anche Dayane Mello può crescere molto.
Una domanda inevitabile riguardo Joe Maska, il concorrente misterioso. In molti potrebbero pensare che si tratti di un escamotage furbo per rinvigorire un format che ha più di dieci anni… La tua opinione qual è?
Secondo me ogni anno il cast deve essere sempre focale per il rinvigorimento eventuale di un format. Però anch’io mi chiedevo: cavolo, sono passati dieci anni e questo programma ancora funziona bene, è snello, piace al pubblico di Rai 1. Anche io la prima volta che ho visto Joe Maska, ho pensato che stessero prendendo in giro anche noi. Poi, andando ad informarmi su Google, ho scoperto che questa persona è un campione di taekwondo molto conosciuto, apprezzato, che si occupa di bullismo. Quello che non riesco a capire è questo “Zorro” sadomaso, che a momenti mi ricorda anche i Centocelle Nightmare! E’ sempre borderline. Joe Maska non è lì per farsi prendere in giro da me. Evidentemente, ad un certo punto, tra qualche puntata, verrà fuori quello che in realtà è. Non credo sia un escamotage. Milly è una professionista: quando Giusy Versace ha perso una gamba, ho creduto che a Milly venisse un infarto perché lei è molto corretta. Questi giochini non fanno parte del programma. La domanda, però, è lecita perché anch’io quando ho visto questo qui con questo parruccone, ho pensato: oh mio Dio, non ci bastava Mayer, un altro con il parruccone!
Un altro concorrente che sta dividendo l’opinione pubblica è Giorgio Albertazzi e le sue esibizioni più recitate che ballate. Ivan Zazzaroni, ad esempio, gli ha dato uno zero impietoso. Cosa ne pensi di questo piccolo cambio di regole?
Capisco perfettamente il punto di vista di Ivan ma secondo me esistono tanti modi di ballare. Si può danzare con le parole, si può danzare con la poesia. Tu mi dirai che Albertazzi non si può giudicare rispetto a chi balla con il corpo ed è vero. Albertazzi è un elemento più alto rispetto a quello che si vede in tv in questo momento, tu giri nei canali televisivi e vedi parlare di morti, la zia del morto che testimonia, la politica che si fidanza con il ragazzino… Momenti di poesia in tv non ce ne sono. Secondo me è molto coraggioso. In un momento come questo, in un programma come questo che deve fare i conti con la concorrenza, secondo me è molto coraggioso mettere una persona che sicuramente non balla ma che fa ballare il pubblico. Starò invecchiando io, io mi sono emozionato. Trovo che una persona di 91 anni che si mette in gioco o è un pazzo, e lui un po’ pazzo è, o è uno che ha capito tutto perché a 91 anni, ormai, si può permettere di fare tutto quello che vuole. Se un giorno mentre balla, si tira giù i pantaloni e ci fa vedere il c*lo, io mi alzo e batto le mani! Anche se poi bisognerà portare Milly al pronto soccorso!
Abbiamo nominato Joe Maska e citiamo anche Giusy Versace. Mai come quest’anno Ballando con le stelle si fa portavoce di importanti messaggi sociali. I messaggi sociali, se veicolati attraverso un talent show o un varietà, possono essere recepiti meglio dal pubblico?
Io non sono dell’opinione che la tv debba essere l’insegnante didascalico o didattico. Molti, però, pensano che la tv sia la verità, purtroppo, e sono molto preoccupato di questo, questo paese non lo sto gestendo io, e la tv è lo specchio della società. Piuttosto che vedere gente che litiga o Gasparri o Alfano che dicono caz*ate, preferisco una Giusy Versace che si mette in gioco in prima persona. C’è la vita di una persona che è stata messa improvvisamente a repentaglio e io trovo che sia un messaggio positivo. E’ giusto che in un programma del genere, in un canale del genere, fatto da autori del genere, non venga sfruttata per quello che non è. Io trovo che l’argomento venga affrontato con delicatezza come l’anno scorso ho trovato che la presenza di Lea T. sia stata trattata con buon gusto. Io ho spinto tantissimo affinché Lea T. venisse scelta. Trovavo meraviglioso il fatto che su Rai 1 ci potesse essere un personaggio come Lea T.. Però avevo paura che venissero sfruttate queste cose per fare il “piantino” o il voyeurismo. Secondo me, però, sia nel caso di Lea che nel caso di Giusy, il tutto è stato trattato con eleganza. E’ un modo per far arrivare dei messaggi che altrimenti arriverebbero in un modo più voyeuristico.
Tu ti alterni tra tv e radio, conducendo il programma Miracolo Italiano insieme a Lalaura. Cosa preferisci fare tra la tv e la radio?
La radio è sempre stato il primo amore perchè alla radio non c’è nessun tipo di mediazione tra te e chi ti ascolta. Le persone non vengono distratte da immagini ma ascoltano quello che dici. Se quello che dici piace al pubblico, è una bellissima cosa. Nel caso di Miracolo Italiano, un programma che, stando ai dati, ha un grandissimo successo al punto che abbiamo deciso di continuare anche in inverno, nonostante io avessi previsto di fermarmi a settembre, ogni sabato e domenica su Rai Radio 2, che è uno spazio di nicchia, più ricercato e meno nazionalpopolare, abbiamo accettato per il grande successo. E’ molto strano, invece, il rapporto che io ho con la tv. Io non vivo di televisione. Essendo un grande insicuro, faccio la televisione quando mi sento a mio agio. In questo momento in tv, le cose che mi propongono di fare non mi piacciono, quelle che vorrei fare io, non me le propongono, per cui preferisco fare uno dei due vecchietti del Muppet e stare seduto lì a Ballando con le Stelle, sia per l’età che per il fisico.
Riguardo alcuni tuoi programmi del passato come Aggratis o Cronache Marziane, ti è dispiaciuto il fatto che questi programmi non hanno avuto un seguito?
Chiaramente mi dispiace molto che non sia stato ripreso Cronache Marziane, è l’unico programma che ha fatto quegli ascolti e quel successo di pubblico, il famoso gradimento, che oggi è difficile avere. Io, ancora oggi, vengo fermato per Cronache Marziane. E’ un programma che diede fastidio a tanti, non avendo io nessun padrino, chiaramente fui il primo a saltare. Per quanto riguarda Aggratis, che è stato distrutto all’inizio dalla critica senza nemmeno dare il tempo ad un programma nuovo di crescere e di cambiare, mi fa ridere che alcuni dei comici che furono presi in giro lì, tipo Giorgio Montanini che io adoro, lo vedo a Ballarò. Le cose che facciamo noi, da laboratorio, poi vengono prese e spezzettate. Cronache Marziane è stato preso, violentato e distribuito in 300 programmi, dove tutti si prendono i meriti ma nessuno si ricorda che i primi a fare queste cose in tv, in un momento diverso, eravamo noi. Noi usavamo il trash come misura di critica nel senso che noi non facevamo vedere il trash perché eravamo felici di quello che c’era ma quando il trash viene usato come provocazione, ecco che diventa critica. In Italia, per capirlo, se non hai santi in paradiso che, in qualche modo, sui giornali lo fanno capire, non si capisce. Per questo mi è molto dispiaciuto. Cronache Marziane è il mio figliolo che non è stato fatto crescere.
Cosa ti piacerebbe fare in tv in futuro?
Non mi lasciano fare tante cose. Con Aggratis ad esempio, che ha fatto ascolti sicuramente non alti per quella fascia oraria, ho visto i programmi trasmessi dopo Aggratis, che fanno ascolti ancora più bassi, ma siccome vengono fatti da gruppi e conduttori intoccabili, nessuno si permette di dire niente, soprattutto i mezzi di comunicazione. Nessuno direbbe quello che hanno detto su Aggratis, su programmi che fanno ascolti ancora più bassi. Quello che mi piacerebbe fare a me in televisione, in questo momento, è uno spettacolo di rottura, nuovo, diverso, sincero e coraggioso, come lo fu Cronache Marziane. In tv, va molto la verosimiglianza, a me piace di più la verità. Per cui è chiaro che non me lo fanno fare. In tv, oggi devi mediare con 300 tipi di poteri, 300 dirigenti a cui non piaci, perché o sei gay o sei della corrente politica sbagliata. Il mio più grande problema è che non sono mai stato della corrente politica giusta: c’è la destra e io sono di sinistra, c’è la sinistra e io sono di centro, così per dire perché io non sono di centro. Io sono sempre arrivato primo nei posti ma ci sono arrivato troppo presto e nel momento sbagliato.
Fabio Canino, infine, ha anche voluto replicare ad un articolo pubblicato da Blogo nel febbraio di quest’anno, riguardante una scuola di spettacolo di Roma:
In questo articolo, Lord Lucas ha scritto che io avrei insegnato in questa scuola dove io non ho mai insegnato. Oltretutto non ha visto se la fonte della notizia era seria e a me non me l’ha mai chiesto. Mai mi sognerei di insegnare in una scuola, ma certo non perché lui dice che forse io non ho le capacità, perché a questo punto mi chiedo chi è che decide che lui abbia le capacità per scrivere su un giornale, ma questo è un altro discorso, ho le spalle abbastanza larghe. Soprattutto, finisce l’articolo dicendo che io sopravvivo, facendo Ballando con le Stelle. A me non frega nulla ma così si offendono le persone che veramente sopravvivono, arrivando alla fine del mese con pochi soldi rispetto a noi che siamo privilegiati e guadagniamo un sacco di soldi.
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