Miami Vice – La serie e il film
Miami Vice inaugurerà il festival del cinema di Locarno. E scusate se è poco. Ovviamente, stiamo parlando del movie di Michael Mann, che fu – lo ricordiamo per chi non lo sapesse – il produttore esecutivo di Miami Vice, la serie. Di cui vogliamo parlare un po’, in questo clima di amarcord. Cinque stagioni, centoundici
Miami Vice inaugurerà il festival del cinema di Locarno. E scusate se è poco. Ovviamente, stiamo parlando del movie di Michael Mann, che fu – lo ricordiamo per chi non lo sapesse – il produttore esecutivo di Miami Vice, la serie.
Di cui vogliamo parlare un po’, in questo clima di amarcord. Cinque stagioni, centoundici episodi da 60 minuti in onda sulla NBC a partire dal 1984, Miami Vice rivoluzionò il concetto di serie tv e anche quello di stile. Colonna sonora accattivante, ribaltamento dei ruoli, con il poliziotto bianco (Don Johnson, alias Detective James ‘Sonny’ Crockett) scapestrato e quello di colore (Det. Ricardo ‘Rico’ Tubbs, al secolo Philip Michael Thomas). Dopo una prima fase di scarso successo – la concorrenza di Dallas era spietata – la NBC ebbe il meritato riconoscimento per uno dei telefilm più costosi dell’epoca (1,3 milioni di dollari a puntata, mica noccioline).
Ci sono due leggende che parlano della nascita di Miami Vice. Secondo la prima, il capo dell’NBC’s Entertainment Division, Brandon Tartikoff, avrebbe scritto un memo durante un brainstorming. Vi si leggeva semplicemente: MTV Cops. Sarebbe stato questo lo spunto di partenza per la produzione di Miami Vice da parte di Michael Mann. Secondo il creatore della serie, Anthony Yerkovitch, invece, fu un articolo sul Time Magazine a ispirarli: si parlava di una legge dell’epoca che permetteva agli agenti speciali (DEA, FBI e via dicendo) di utilizzare mezzi sequestrati come copertura per le loro attività investigative. In particolare, si parlava di una Ferrari sequestrata e poi utilizzata da poliziotti infiltrati nel mercato della droga. Cosa che effettivamente è il presupposto di partenza di Miami Vice.
Tutto era curatissimo in Miami Vice.
L’auto era una Ferrari Daytona Spyder 365 GTS/4 del 1972 (che sicuramente potrebbe essere oggetto delle amorevoli cure dei colleghi di Autoblog). Nella seconda stagione, i terroristi dell’IRA la fanno saltare in aria e il nostro Sonny dovrà accontentarsi di una Ferrari Testarossa bianca, classe 1986. Nuova di pacca.
I vestiti, ricercatissimi, fecero dei due protagonisti modelli da seguire. La musica era un elemento portante nella serie: composta inizialmente da un solo artista, si arricchì in corso d’opera. Sì, perché scrivere brani per Miami Vice era diventato, col tempo, motivo di gloria. Ecco che alla firma di … si aggiungono quelle di Jackson Browne, Phil Collins, Bryan Adams, Tina Turner, Peter Gabriel, Depeche Mode, The Hooters, Glenn Frey, Frankie Goes to Hollywood, Foreigner, Laura Branigan e Billy Idol. Alcuni di loro (Phil Collins, per esempio) comparvero addirittura come guest star in alcuni episodi della serie.
Una particolarità: Mann impose che venisse rigorosamente evitato il colore rosso.