Meglio Notte dopo gli Esami: la seconda puntata va in profondità
Riassunto e commento della seconda puntata di Notte prima degli esami ’82
Notte prima degli esami \’82: io sono Luca
Qui non ci si era andati teneri, ieri, con Notte prima degli esami ’82. E molte sono state le vostre critiche – molte delle quali legittime e non gratuite – alla stroncatura qui scritta in tempo reale. Come in ogni caso, le critiche vanno prese in considerazione con attenzione, ma senza che condizionino il tuo originario punto di vista. Eppure, questa volta hanno fatto molto di più: mi hanno indotto a dare alla fiction una seconda possibilità.
Perciò questa sera mi sono risintonizzato su RaiUno e ho scoperto un prodotto molto diverso. Al delirio confusionario della prima parte è subentrata una linea di racconto forse più tradizionale, ma con un più spiccato significato narrativo. I singoli ruoli sono finalmente emersi nella loro individualità caratterizzante, seppure la generazione che si vuole mettere in scena è tenuta a prendersi – complessivamente – poco sul serio.
Insomma, questa sera il pubblico della tv di stato ha trovato dei personaggi a cui affezionarsi e degli squarci lirici di grande presa emotiva. Luca (lo spontaneo Francesco Mistichelli) ha ritrovato la sua identità, tra una bocciatura respinta al Tar, un fratello ingombrante da cui emanciparsi e una migliore amica che è qualcosa di più (Alice, alias un’intensissima Giulia Lippi).
Massi ha visto l’attore che lo interpreta – Matteo Ripaldi – meritarsi la palma di erede di Fabrizio Bracconeri: con lui I ragazzi della 3a C rivive come non mai. E Riccardo (Alan Cappelli, bocciato a una sfida di recitazione di Amici), con la sua passione per la radio, è andato contro “i programmi” di una famiglia benestante, dimostrando il dovere di lottare per le proprie aspirazioni.
Tolta la pietra di paragone con un film che era stato già declinato in tutte le salse, la Notte dopo gli Esami è più credibile e in questa veste “emancipata” si merita un futuro. Perché, se questa serie continua ad avere un difetto endemico, sta nell’ingenuità dei tempi che vuole – dichiaratamente – rappresentare.
La scena in cui Luca grida di aver finalmente trovato se stesso, al Bernabéu di Madrid, diventa un po’ la quintessenza dell’intera miniserie, il punto di incontro tra gli esami che non finiscono mai e un Mondiale da non dimenticare. Anche se “la vita non va come nei film” e, perciò, la sceneggiatura va sporcata un po’ perché non sembri tale.