Presadiretta – Qual è lo stato della Giustizia?
E’ già agli sgoccioli, questa seconda parte di stagione per Presadiretta: termina, ufficialmente, la prossima settimana, 7 marzo. E questa sera va in onda con la penultima puntata, Qual è lo stato della Giustizia?.Dico già perché è un vero peccato che duri così poco, un programma che, qualitativamente ottimo, riesce a toccare picchi di giornalismo
E’ già agli sgoccioli, questa seconda parte di stagione per Presadiretta: termina, ufficialmente, la prossima settimana, 7 marzo. E questa sera va in onda con la penultima puntata, Qual è lo stato della Giustizia?.
Dico già perché è un vero peccato che duri così poco, un programma che, qualitativamente ottimo, riesce a toccare picchi di giornalismo che superano anche Report perché non si ferma al nudo dato ma mette al centro delle sue inchieste le persone (uniche vere protagoniste).
Nel corso dell’inchiesta proposta questa sera, si parla di giustizia e, attraverso un viaggio che percorre tutto lo stivale, si raccontano i mezzi, le risorse, la fatica con cui in Italia si portano avanti indagini e si celebrano processi.
A Sud, dove la lotta contro la criminalità organizzata dovrebbe essere tale da richiedere una forte presenza dello Stato. Ma anche al nord, nel tribunale di Milano, che, si legge nella scheda di presentazione della puntata,
soffre come tutti gli altri di carenze di uomini e mezzi: mancano all’appello infatti 35 magistrati, mentre per i cancellieri e il personale amministrativo la scopertura è del 22 per cento; ce ne vorrebbero 150 in più. Nonostante le condizioni difficili e l’enorme mole di lavoro, a Milano sono riusciti ad abbattere i tempi dei processi: il tempo medio di un procedimento penale è di 2 anni e mezzo e si sta lavorando a ridurre al massimo a un anno anche la durata dei procedimenti civili.
Insomma. Roba da farsi venire il mal di pancia. Roba da indignarsi ancora una volta. Ma anche roba per cui essere grati a Iacona e alla sua squadra, fra i pochi che ancora raccontano e che fanno giornalismo vero.