Home Un posto al sole UPAS – Riccardo Polizzy Carbonelli a TvBlog: “Nelle prossime puntate Ferri non si annoierà, e neanche il pubblico”

UPAS – Riccardo Polizzy Carbonelli a TvBlog: “Nelle prossime puntate Ferri non si annoierà, e neanche il pubblico”

TvBlog intervista in esclusiva Riccardo Polizzy Carbonelli che interpreta Roberto Ferri di Un posto al sole e il notaio Leonardi di Che Dio ci aiuti

pubblicato 27 Febbraio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 20:59

Riccardo Polizzy Carbonelli da 11 anni veste i panni del cattivissimo Roberto Ferri in Un posto al sole, dividendosi contemporaneamente tra i suoi impegni teatrali e la partecipazioni a fiction di successo, come ad esempio, tra le più recenti, Una grande famiglia e Che Dio ci aiuti. Anche quest’anno, infatti, lo ritroviamo in quest’ultima serie televisiva ancora una volta nei panni del notaio Leonardi, che darà del filo da torcere non solo a sua figlia Azzurra, ma anche a suor Angela.

Contemporaneamente, nella soap partenopea, il suo personaggio è al centro delle trame con una storia ‘scandalosa’ che lo vede tradire la giovane moglie con una altrettanto giovane suocera, una linea narrativa che incuriosisce e attira i fan di UPAS. Motivi sufficienti per fare quattro chiacchiere con il fascinoso Riccardo, che ci svela non solo i ‘dietro le quinte’ di Che Dio ci aiuti e Un posto al sole, ma anche del suo essere attore.

L’abbiamo appena rivista in tv nei panni del notaio Leonardi, in Che Dio ci aiuti 2. Lo scorso anno la fiction ha avuto grandissimo successo. Crede che si possa fare il bis? E quale è il segreto di questo successo?

Sono sicuro che la seconda serie avrà successo! Ho letto tutte le storie: molto ben calibrate, con la giusta dose di comicità, dramma, sentimento e lieto fine. Ho conosciuto buona parte dei protagonisti nuovi ma, soprattutto, oltre alla garanzia della Produzione Lux Vide con tutto il suo prezioso staff, il merito va alla straordinaria bravura, bellezza, disponibilità e generosità della protagonista, Elena Sofia Ricci, all’affiatamento col regista Francesco Vicario, a mio modesto avviso capace come pochi di riuscire a passare dalla commedia al dramma con ironia e leggerezza. E poi, della fantastica Valeria Fabrizi cosa dire se non ‘grazie di esistere’?!

Quale sarà in questa nuova stagione il ruolo del suo personaggio?

Il guastafeste! Creerà un po’ di tensioni al Convento con un po’ di minacce legali e manterrà un comportamento freddo e rancoroso nei confronti di Azzurra, la sua figlia viziata interpretata dalla spumeggiante Francesca Chillemi, fino a quando… Ma questo dovrete scoprirlo!

Il notaio Leonardi non è proprio un personaggio ‘simpaticissimo’, anche se di solito sono quelli poi i personaggi più amati dal pubblico. A lei cosa piace e cosa no di Leonardi?

Beh, qui ci sono pochi “appigli”! Il personaggio tutto è fuorché amabile, anche se, nel tempo, riuscirà ad essere meno antipatico, rivelando alcune debolezze. Di Leonardi mi piace che sia, nella sua antipatia, ben definito e raccontato. Non mi piace la sua chiusura, mi ricorda qualcun altro!

Come è riuscito a ‘destreggiarsi’ contemporaneamente tra due set impegnativi come Un posto al sole e Che Dio ci aiuti 2 e il teatro?

Non sono nuovo a queste cose! Ci vuole molta organizzazione, riposo, energia, comprensione da parte dei colleghi ma, soprattutto, una buona intesa tra Produzioni. Infatti tra la Lux Vide e la FremantleMedia (UPAS) c’è da anni una bella collaborazione.

Se potesse fare una sorta di ‘spot’ per convincere il pubblico a vedere Che Dio ci aiuti, cosa direbbe?

“Non siete curiosi di sapere cosa accadrà stavolta? Forza, tutti sul divano!”

Veniamo ora a UPAS. Nelle prossime puntate Roberto Ferri sarà al centro di uno ‘scandaloso’ triangolo, con sua moglie e sua suocera. Come ha vissuto questa nuova linea narrativa del suo personaggio?

Ci siamo, come sempre, confrontati a lungo tra sceneggiatori, colleghi e Produttore Creativo. Ogni “Storia” deve far riflettere, in un modo o nell’altro. Quando ad esempio in UPAS si tratta la violenza, gli abusi, i soprusi, è chiaro che si fa per denunciare questi aspetti negativi.

Vedremo un Roberto Ferri in difficoltà? E, senza che ci sveli troppo, ci può almeno dire se come al solito riuscirà a tirarsi fuori dai guai?

Le “difficoltà” non vengono mai da sole. Nel prossimo futuro, a certe difficoltà se ne aggiungeranno altre che obbligheranno Roberto Ferri a concentrarsi altrove. Di sicuro non si annoierà! E neanche gli spettatori!

Le capita mai, dopo 11 anni che veste i panni di Roberto Ferri, che qualche fan ‘confonda’ attore e personaggio e quindi Riccardo con Roberto?

A volte capita, più che altro col nome che comincia per R. Per il resto, noi godiamo di un pubblico eterogeneo, sì, ma che crea sempre il “distinguo” tra finzione e realtà. Quando non lo fa, il più delle volte è solo per dimostrarci con quanto affetto segue la trasmissione!

Tra tutte quelle vissute dal suo personaggio, ha una linea narrativa preferita, che si è anche divertito a girare?

L’ho già detto molte volte, ma è quella in cui Roberto Ferri si ravvede, riflette sui suoi comportamenti e “ama”. Mi son divertito tanto a girare le scene in cui perde la memoria e mi mancano tanto le scene in cui Renato e Raffaele lo “mettevano in mezzo”! Ho molto cara anche una puntata “monotematica” nella quale il mio personaggio, in prigione, percosso da Tony Santoro, sviene e fa un ipotetico viaggio all’interno della sua coscienza, con l’aiuto di uno psichiatra, che fu interpretato magistralmente dal compianto e bravissimo attore Bindo Toscani.

Se non avesse fatto l’attore, nella vita, cosa sarebbe diventato?

Non saprei dire! Credo, però, che avrei cercato una libera professione in grado di coinvolgermi e di far emergere ed utilizzare la creatività, augurandomi di riuscire a trovarla!

Ha rinunciato a qualcosa per inseguire il suo sogno di diventare attore?

È avvenuto tutto molto naturalmente! La mia curiosità e l’amore per questo lavoro mi hanno fatto scoprire una natura girovaga, zingaresca. Oggi comincia a pesarmi la lontananza dagli affetti profondi: i miei parenti, mia moglie, i miei amici, insomma, la mia famiglia!

Per fare questo lavoro lei ha studiato e si è impegnato moltissimo in teatro. Crede che nel suo lavoro si possa prescindere da questi due elementi, studio e teatro?

Non credo che si possa prescindere dallo studio e dall’impegno. Se si vuole raggiungere un risultato serve essere tenaci, forti e ci vuole applicazione. Credo che valga per qualunque professione, con le debite eccezioni, naturalmente! Ma, come si dice? La mangiatoia bassa impigrisce! E, comunque, quando facciamo una cosa che ci piace, ci si entusiasma a tal punto da non avvertire il peso e la fatica! Poi non è detto che se non hai esperienze teatrali non puoi fare l’attore, e viceversa!

Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole avvicinarsi a questo mondo e che spera di diventare attore?

Studiare, ascoltare, essere umile e, se può, mi spiace dirlo, andare via dall’Italia per fare l’attore.

Se, per assurdo, un giorno si trovasse costretto a scegliere tra teatro e televisione, saprebbe cosa fare?

Finora sono riuscito a fare tutti e due e spero di continuare, augurandomi, naturalmente che il teatro sia aiutato maggiormente dallo Stato a ‘vivere’!

Ringraziamo Riccardo per la sua gentilezza e disponibilità, e speriamo di averlo nuovamente nostro ‘ospite’ per i suoi prossimi impegni televisivi.

La prima foto è di Stefano Colarieti, la seconda di Massimo Rubini.

Un posto al sole