Home Pino Insegno RadioBlog | Pino Insegno contro Aldo Grasso, il critico replica: “Non mi sono occupato della sua trasmissione”

RadioBlog | Pino Insegno contro Aldo Grasso, il critico replica: “Non mi sono occupato della sua trasmissione”

Lo sfogo di Pino Insegno e la replica di Aldo Grasso.

pubblicato 14 Novembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 03:52

UPDATE 14 novembre 2017 – Aldo Grasso risponde a Pino Insegno tramite una nota inviata a Tvblog: “Non mi son mai occupato della trasmissione radiofonica di Pino Insegno. E questo basta a spiegare il grado di delirio del suo intervento. Comunque mi riservo di adire le vie legali”.

RadioBlog | Pino Insegno contro Aldo Grasso: “Hai rotto il ca*zo, denunciami ti prego”

Non tutti hanno un buon rapporto con la critica. C’è chi la digerisce bene, chi la utilizza per migliorare, chi si offende e chi se la lega al dito. Non sappiamo che rapporto abbia Pino Insegno con la critica in generale, ma sicuramente non un buon rapporto con quella che proviene da Aldo Grasso, il critico del Corriere della Sera, un punto di riferimento (anche temuto) per chiunque si occupi di televisione. L’attore romano, domenica 12 novembre, ha utilizzato ben sette minuti della sua trasmissione radiofonica Voice Anatomy su Radio 24 per un’invettiva contro Grasso.

Motivo? Pare che Insegno non abbia digerito una critica fatta dal giornalista al suo programma radiofonico, che ogni domenica alle 14 ospita e analizza le più belle voci italiane. La critica in questione non è al momento rintracciabile online e quindi non conosciamo lo scritto del signor Grasso. Ma ecco il lunghissimo sfogo dell’ex conduttore di Reazione a Catena e Domenica In:

“Volevo iniziare rubando un minuto alla trasmissione, vorrei essere tanto Cruciani oggi per cominciare. So che replicare a una notizia significa darla due volte, però io sono scocciato. Il Dottor Aldo Grasso ha veramente rotto il ca*zo, ma in una maniera profonda. Profonda. Perché una critica va gestita e può essere costruttiva per il modo di portare avanti una trasmissione. Ma lui ora credo mi abbia preso di punta per un motivo di nascita, non so, forse perché sono della Lazio o perché sono nato a Roma. Non so il motivo per il quale lui perché sia sempre incattivito, anche rispetto a delle cose che hanno un clamore importante. Non è detto che se 12 milioni di persone ti danno un plauso tu abbia la ragione completa. Però va detto anche il contrario, perché le critiche che son state fatte alla mia vita da parte di questo signore son state sempre molto gratuite, senza un occhio di riguardo per vedere chi ero veramente, che cosa stavo costruendo, da dove era partita la mia carriera”.

E ancora, Insegno vuole un confronto:

“Criticare questa trasmissione ci sta. Tutto ci può stare. E ci sono state anche delle critiche belle e costruttive da parte di persone che con me interloquiscono attraverso l’osmosi dei messaggi. Tutto ci sta ed è giusto affrontarlo per migliorare. Dare addosso a questa trasmissione è gratuito: esiste da tre stagioni, è l’unica nel suo genere, offre il ludico e una leggerezza calviniana, non superficiale. Una leggerezza che può essere affascinante per chi ascolta: la voce è l’elemento di comunicazione più importante al mondo. E’ una trasmissione che ha vinto anche dei premi. Io vorrei essere molto volgare e vorrei essere impossessato dalla spontaneità e dalla forza che c’ha l’amico Giuseppe Cruciani: pane al pane e vino al vino. Vorrei veramente un confronto. L’unica volta che l’ho incontrato ha abbassato lo sguardo e non mi ha neanche guardato in faccia. So, carissimo Aldo Grasso, che ogni tanto non li scrivi neanche te gli articoli. Addirittura una volta, dato che non hai soltanto tu delle talpe in studio, anche io ho ricevuto una critica su una mia trasmissione prima che uscisse quella trasmissione. Sono pronto ad affrontarti. Me devi dì veramente che t’ho fatto. Me lo devi dì. Forse sei rimasto male perché non hai raggiunto gli obiettivi che ti eri prefisso nella tua vita, magari volevi essere il direttore di Rai 1 o il direttore generale della Rai. Volevi giocà e segnare, invece t’è toccato fa’ l’arbitro. Invece devi scrivere chi ha segnato. E qualcuno ti sta pure sul cazzo perché segna e tu dici ‘non si meritava il goal’. Quello fai, Grasso. Quando vuoi, come vuoi, sia in radio che per strada. Oggi mi sento un po’ coatto e mi sto trattenendo. Ti posso dire mille cose che hai fatto e non erano giuste. Hai anche criticato un momento della mia vita importante, dicendo ‘ha fatto bene ad andarsene da casa’. Questo non te lo perdono: che c’entra sul giudizio televisivo un giudizio di vita familiare? Non ti piaccio, ti sto sul cavolo, sticaz*i: guarda altro, cambia canale. E soprattutto, prima di criticare una trasmissione come questa ca*zo, sentiti almeno dieci/venti puntate caz*o. Fallo. Sentile, parliamone e dimmi cosa c’è che non va. Chiedo scusa. Ho utilizzato per la prima volta un veicolo media per cose personali. E’ vero che c’abbiamo quasi 200mila persone che ci seguono e ci vogliono bene, però basta una persona per creare uno stop emozionale che ti di fà fastidio veramente. Vieni qua e affrontami, ti faccio leggere quello che scrivi, se sei tu che scrivi. Ma lo sai che non sei sempre tu e denunciami, ti prego, almeno ci incontriamo da qualche parte”.

Ma i due non si amano da tempo. Ecco i precedenti.

Aldo Grasso su Pino Insegno, i precedenti

23 giugno 2010 – Aldo Grasso su Il Corriere della Sera scrive “Perché Pino Insegno?” (il video della critica non è più disponibile)

17 giugno 2011 – Aldo Grasso su Il Corriere della Sera titola “Pino Insegno, un mistero a Raiuno”.

Il direttore di Rai1 Mauro Mazza sarà ricordato come il benefattore di Pino Insegno, il suo artista preferito, un presentatore che, nell’ordine, precede Pupo, Emanuele Filiberto e qualche altro personaggio di cui mi sfugge il nome. Ormai non si contano più i programmi che Mazza ha affidato al comico romano, contribuendo non poco alla soluzione di un annoso dibattito: perché quelli di destra non sanno fare tv? Su «TeleVisioni», il forum del Corriere, alcuni lettori attribuiscono al sindaco Alemanno la non resistibile ascesa di Insegno. Siccome non mi occupo di retroscena, preferisco osservare con attenzione quello che succede in scena.

Insegno nasce come comico della Premiata ditta e un giorno mi piacerebbe incontrare uno spettatore, uno solo, a cui i quattro sono riusciti a strappare un sorriso. A Pino si devono alcuni infelici programmi come «Vieni avanti cretino» o «Insegnami a sognare». Eppure, da quando dirige la rete ammiraglia, Mazza ha puntato su di lui per la conduzione di «L’anno che verrà», «Me lo dicono tutti» e adesso di «Reazione a catena», il game-show estivo che sostituisce l’«Eredità» (Rai1, dal lunedì al venerdì, ore 18.50).

1 settembre 2011 – Aldo Grasso su Il Corriere della Sera titola “Show alla vaccinara con Giusti e Insegno”

Al direttore di Raiuno Mauro Mazza piacciono molto i conduttori romani de Roma. Così ha pensato bene di preparare un panino per il Tg1, ritenendolo forse poco saporito. Sopra gli ha messo Pino Insegno e sotto Max Giusti: pensate che gioia per il pubblico con la camicia verde! L’apparenza non inganna: siamo di fronte alla romanizzazione del game show. Uno guarda Pino Insegno e Max Giusti e ha la sensazione di ingollare i rigatoni con la pajata o la coratella d’abbacchio o la coda alla vaccinara: una droga oscura che suscita le ombre degli inferi.

17 settembre 2011 – Aldo Grasso su Il Corriere della Sera titola “Il mio telecomando contro gli antipatici – Ecco chi silenzierei”

“Immagino che ognuno di noi abbia la sua lista di inascoltabili, un piccolo elenco da sacrificare sull’altare del gioco, un ombrello che ci protegge dalle piogge acide di parole che ogni giorno il televisore riversa dal piccolo schermo. Se mi accingo a compilare questa piccola, personale Silence List (in ordine alfabetico) è solo perché il silenziato ha qualcosa di letterario che lo rende amorevole e insieme patetico, un predestinato al sacrificio. Funzione del sacrificio è appunto quella di placare le violenze intestine, impedire la conflittualità casalinga, immolando uno solo per tutti […] Pino Insegno: Quando faceva il comico non è mai riuscito a far ridere alcuno. Il suo modo romanesco di fare tv rispecchia il conformismo che regna nella tv generalista”.

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