Marco Bassetti a Blogo: Il mio ricordo di Cino ed i miei inizi ad Antenna Tre
Colloquio con Marco Bassetti ricordando il suo rapporto di amicizia con Cino Tortorella e i suoi inizi ad Antenna Tre Lombardia.
Questa è la storia di uno di noi nato per caso in via per Busto 15
Si potrebbe iniziare così, parafrasando il celebre pezzo di Adriano Celentano “Il ragazzo della via Gluck” la chiacchierata che TvBlog ha fatto con Marco Bassetti, attuale CEO di Banijay. Una chiacchierata che nasce per ricordare un caro amico di Marco appena scomparso, Cino Tortorella, di cui sarà celebrato oggi il funerale alle 14:45 nella parrocchia della Divina Provvidenza in piazza Luigi Arpino a Quinto Romano, vicino a Milano
La maggior parte dei nostri lettori probabilmente non sa cosa significa l’indirizzo “via per Busto 15, Legnano”, molti altri però sanno di cosa stiamo parlando. Quella era la sede di Antenna Tre Lombardia, mitica televisione libera, come si usava allora chiamare le prime tv private, fondata da Enzo Tortora e Renzo Villa. In quella rete c’era davvero il gotha del mondo televisivo di quella fine degli anni settanta: Enzo Tortora, Beppe Recchia, Enzo Gatta, Davide Rampello, Ettore Andenna, Lucio Flauto, Ric e Gian, i Gufi, Teo Teocoli e Massimo Boldi, con Renzo Villa allora direttore di programmi e conduttore del Bingooo, tanto per citarne alcuni.
Fra di loro c’era un ragazzo che -come ci racconterà lui stesso- per caso arrivò a quell’indirizzo e ci restò per molto tempo, imparando un mestiere di cui s’innamorò, tanto da diventare il lavoro di una vita. In quell’occasione Marco Bassetti conobbe Cino Tortorella, con cui ebbe un rapporto davvero bello, come lui ci stesso ci racconta:
Cino era una persona straordinaria, rara ed un uomo non solo con un talento eccezionale ed una creatività fantastica, ma era anche molto generoso. A me ha insegnato molto e gli sono grato per la fiducia che mi ha dato in quegli anni. Anche grazie a lui e a Beppe Recchia, ho cominciato a fare le prime regie quando ero ancora un ragazzo.
Cosa ti ha insegnato Cino ?
Devo molto a Cino, lui mi ha avviato a questo mestiere. Cino aveva uno straordinario tratto umano ed era una persona che conosceva la qualità della vita, anche questa cosa me l’ ha insegnata lui e non è una cosa da poco. Sapeva vivere bene, sapeva mangiare bene, sapeva bere bene ed è stato davvero un maestro per me. In quel periodo, avevo 22 anni ero molto giovane, fare il regista a quell’età era una opportunità fantastica. Ricordo tante volte che dovevo chiedere passaggi a Cino e a Davide dalla stazione ferroviaria di Castellanza per arrivare agli studi, quando non avevo la macchina, quanti ricordi mi tornano in mente.
Vi siete rivisti dopo quel periodo ?
Negli anni successivi ci siamo incontrati altre volte, in altri percorsi. Ho un grande rammarico, perchè negli ultimi anni non ci siamo più visti. Sono dieci anni che praticamente vivo all’estero quindi non ho avuto più modo di poterlo frequentare. Lui un paio di volte mi aveva chiamato, ma non sono mai riuscito ad incontrarlo, purtroppo.
Hai qualche aneddoto da raccontarci su Cino ?
Aneddoti particolari non ne ricordo. Mi ricordo però una sua caratteristica, quando era in regia e c’era una cosa particolare in video che gli piaceva, poteva essere una donna, un balletto, una citazione, s’incantava un po’ a guardare e io all’inizio ero molto in ansia come mixer video perchè capivo che occorreva uno stacco, ma avevo paura a farlo, poi ho iniziato a farglielo io. Le prime volte s’incazzava, poi ha capito che invece era la cosa giusta da fare. Non è che lo facevo perchè volevo scavalcarlo, lo facevo perchè capivo che ogni tanto si “distraeva” ed in fondo gli facevo un piacere. Forse anche per questo che poi mi ha dato fiducia. Grazie a questo sono diventato più regista facendo il mixer video, che l’assistente alla regia. Capitava poi delle volte che durante le dirette nelle pause uscisse dalla sala di regia e ritornasse dopo un po’ che la pubblicità era terminata, in quelle occasioni iniziavo io e lo sostituivo.
Qual è il tratto distintivo di Cino secondo i tuoi ricordi ?
Cino come dicevo era una persona davvero molto generosa. Se gli chiedevi un favore lui te lo faceva senza chiedere nulla in cambio. Ricordo che ha fatto favori ad un sacco di persone. La grammatica televisiva me l’ha insegnata lui. Ho imparato molto in quegli anni ad Antenna Tre. Sono entrato che non sapevo davvero nulla di televisione.
Come sei arrivato ad Antenna Tre ?
Sono arrivato assolutamente per caso. Un mio amico che faceva la Bocconi mi ha portato lì, perchè avevamo una macchina sola. C’era un signore, ovvero Davide Rampello molto amico di Cino (regista ed autore che lavorava ad Antenna Tre, ndr) che mi ha chiesto se volevo tornare il giorno dopo e da lì è iniziato tutto. Ricordo che non dissi ai miei genitori per quasi un anno che lavoravo in televisione nel pomeriggio. Studiavo all’università al mattino e poi andavo a Legnano da Milano per fare quel lavoro, un lavoro che poi è diventato la mia vita. Grazie a Cino e alla fiducia che mi ha accordato ho iniziato facendo regie dei programmi del mattino e del pomeriggio, poi facevo il mixer video dei programmi della serata. Ho fatto la regia della prima asta televisiva di quadri, poi Telemattina e dei programmi politici, in particolare quelli elettorali condotti da Enzo Tortora. In quegli anni venivano tutti i grandi leader politici ad Antenna Tre a farsi intervistare da Enzo. Curavo anche la regia dei programmi della società di Ettore Andenna e Milly Carlucci che andavano in onda al mattino e al pomeriggio.
Frame dalla sigla di coda del quiz “Piramidone” di Enzo Tortora in cui Marco Bassetti faceva il mixer video
Oltre ad avviarti al mondo della televisione, cosa ti hanno dato quegli anni ad Antenna Tre ?
Ho avuto la fortuna, grazie ad Antenna Tre, di imparare tutti i mestieri della televisione. Una esperienza che mi sono portato dietro nel mio ruolo attuale. Immediatamente oggi quando entro in una cabina di regia la prima cosa che faccio è capire quale camera è la migliore, una cosa che mi è rimasta da quel periodo. Oggi, opportunità come quella che ho avuto io con Antenna Tre non ce ne sono purtroppo più. Oggi la produzione si è molto spostata fuori.
Cosa ha rappresentato Antenna Tre nel mondo della televisione in Italia ?
Antenna Tre in quegli anni era una televisione che aveva poco da invidiare ai grandi network perchè aveva studi all’avanguardia, faceva programmi, aveva registi e personale tecnico di grande qualità. Era un periodo pionieristico. Antenna Tre nel suo piccolo, anche se in quel periodo faceva grandi ascolti ed aveva una grande penetrazione nel mercato pubblicitario, equivale a quello che ha poi ha fatto Silvio Berlusconi, che per altro ha provato per due volte a comprarla, ma non c’è riuscito e non so per quali motivi. Antenna Tre per lui è stata una specie di modello, inoltre era una specie di comunità, nel senso che quando c’era una cosa che non andava, si discuteva, per esempio se alla Bustarella era il caso si potesse vedere il seno nudo oppure no. Se Renzo Villa, direttore dei programmi e conduttore del Bingooo, avesse avuto al suo fianco un manager con le intuizioni di Berlusconi, probabilmente Antenna Tre sarebbe diventata una grande emittente nazionale, anticipando così le televisioni di Berlusconi.
Che ricordo hai di Renzo Villa ?
Renzo Villa era un personaggio che a me piaceva molto. Lui, varesotto come me, aveva una grande capacità di intraprendere, ma allo stesso tempo era anche molto affascinato dall’andare in televisione, quindi due facce, una molto pragmatica e l’altra piuttosto vanitosa, che convivevano.
Grazie a Marco Bassetti per averci aperto il suo “cassetto dei ricordi” parlandoci del grande Cino Tortorella e di un periodo pionieristico della nostra televisione, quello di Antenna Tre, fatto di molta passione e tanto cuore, forse un pochino mancante nella televisione di oggi.