Dolcenera a Blogo: “The Voice? Le critiche mi fanno ridere. Il brano di Sanremo meritava di più”
Dolcenera parla di The Voice, la ‘collega invidiosa’, trash in tv, Sanremo ed affini, 100 mila watt. Intervista di Blogo.
Quando decidi di andare in televisione per “far pace” con essa e hai una forte personalità, sai che dividerai il pubblico. Emanuela Trane, in arte Dolcenera, coach mezza salentina e mezza fiorentina (è nata a Scorrano) della nuova edizione di The Voice of Italy, ne era consapevole: “Io ho sempre diviso. Non sono un personaggio popolare alla Max Pezzali e non lo sarò mai”, ci confida. C’è chi la ama, c’è chi la odia ma non si può non dire che sia la rivelazione televisiva del momento.
Dolcenera, com’è questo periodo della tua vita?
“Non riesco a dare ordine, tutto si accavalla e mi travolge. Adesso si avvicinano i momenti più impegnati sia per me che per i miei ragazzi di The Voice. Noto che c’è troppa empatia fra noi, devo staccarmi un attimino. L’ho presa troppo in maniera personale, devo stare attenta altrimenti le emozioni di questi ragazzi mi travolgono”.
Avevi detto basta alla tv ma sei tornata. Al netto di come sta andando, sei soddisfatta o pentita?
“E’ una rivincita. E’ figo dissacrare la tv”.
La prendi in giro?
“E’ fantastico essere quella che va in un posto e fa casino. Ma non lo faccio apposta, sono me stessa – la me stessa allegra e piena di entusiasmo – e rompo gli schemi. La visione che ho di me attraverso la televisione mi piace”.
Secondo alcuni, perlomeno sui social, fingi.
“Non è possibile, non potrei fingere. Io ho sempre diviso. Non sono un personaggio popolare alla Max Pezzali e non lo sarò mai. Durante la mia carriera ho trovato gente che mi ama alla follia perché mi ha capita fino in fondo e gente che mi odia. Anche fra i telespettatori di The Voice c’è chi crede che io sia sincera e una con le palle, e poi ci sono quelli che mi disprezzano. Mi odiano perché: non sto composta e parlo troppo (‘devi avere un contegno’). Posso lanciare un messaggio a questi buonisti che pretendono in formalismo in televisione”.
Prego.
“Diciamogli pure che non capiscono l’autoironia e non capiscono come provare a viversela in maniera allegra”.
Vivi male le critiche?
“Mi fanno ridere. Ogni volta penso che non possano esistere persone così. Invece esistono e allora rido”.
Quest’esperienza ha fatto uscire lati inediti di Dolcenera. Partiamo dalla ‘signorina rottercazzer’.
“La rottercazzer esiste da prima di The Voice, sono stati i miei musicisti a darmi questo nomignolo che in in tv è diventato rottermazzer: è la parte più precisina di me, è quell’insegnante che all’apparenza ti sta antipatica ma poi ti dice grandi verità”.
Hai anche pianto. La signorina rottermazzer ha un cuore?
“Tutti sono così, non sono io ad essere particolare. Tutti hanno un lato più ironico, introverso, buono, cattivo o antipatico. E’ la normalità e sai cosa mi stupisce? Mi stupisce che sia la normalità a stupire. Ho pianto, sì, ma erano giusto due lacrime. Ne sono scese molte di più a telecamere spente. Non volevo piangere in tv perché, diciamocelo, è un attimo trash. Lo dico a me stessa e mi rimprovero. Soprattutto diventa trash quando il mezzo televisivo gli dà un peso superiore rispetto a quello che ha in realtà. La televisione è così: dà un peso enorme a qualsiasi cosa. Dici una frase anche innocua e ottiene cento volte il peso che avrebbe nella vita normale”.
A proposito, c’è anche una mezza polemica creata dalle fan di Mika.
“Avevo fatto un complimento ad un ragazzo con un falsetto interessante. ‘C’hai una voce che Mika se la sogna’, gl’avevo detto. Voleva essere solo un complimento al ragazzo”.
E’ arrivata pure l’imitazione di Lucia Ocone. La vivi come una consacrazione?
“E’ la seconda volta che mi imita. L’ultima volta è stata quando sono andata a Music Farm. L’imitazione di Lucia Ocone è sintomatica alla mia presenza in televisione (ride, ndr). Evidentemente ogni volta creo casino e induco alle imitazioni. Però, diciamocelo: sono abbastanza inimitabile perché sono un disastro, anche a livello di accenti”.
Chi è la collega invidiosa? C’è chi parla di Syria.
“E secondo te, rispondo? Non potrò mai rispondere (ride, ndr). Chi è che non ha un collega invidioso? Tutti ce l’hanno. Magari nel mio caso sono pure più di una, chi lo sa”.
Arriviamo ai cantanti della tua squadra. Come avviene il lavoro con loro?
“Nonostante tanti escano presto, io cerco di farli fare una bella figura e non metterli in difficoltà. Cerco di raccontare loro tutto quello che posso sapere, cerco di capire come è il loro animo e capire cosa possono tirare fuori da un’interpretazione. Facciamo delle sorte di sedute di psicanalisi per tutti i ragazzi. Sono stata presente anche quando non dovevo, la produzione potrà confermare”.
Intanto è uscito il tuo nuovo singolo: 100 mila watt.
“100 mila watt è la rappresentazione di come sto andando in questo periodo. Ed è anche la metafora di come un silenzio può suonare più di un urlo”.
Quest’anno come hai vissuto Sanremo? Hai fatto Milano-Sanremo più volte, non dev’essere stato semplice.
“E’ stato un Sanremo diverso, ci sono state le registrazioni di The Voice in mezzo e questo mi ha permesso di non dare troppo peso alla gara sanremese. Non ho avuto attacchi d’ansia come se tutto il mondo e la tua vita dipendesse da Sanremo. Infatti ho fatto belle esibizioni, sembravo un’artista ospite (ride, ndr)”.
Forse è solo una mia sensazione, ma secondo me ti aspettavi qualcosa in più da questo Sanremo. Il tuo “Si è capovolto il mondo”, seppur detto con ironia, mi è sembrato esplicativo.
“Mi aspettavo di più per la canzone. Era talmente tanto elegante ed estranea dal mondo pop che meritava complimenti. Non io, ma lei. L’unica cosa è che sembrava un brano fuori gara, infatti mi sono piazzata come mi sono piazzata”.
In un’intervista hai parlato di un “Dolcenera Show” al quale stai lavorando. Di cosa si tratta?
“Non sarebbe in tv, ma dal vivo… legato al tour. Vedremo se riuscirò a farlo, è ancora presto per parlarne”.